venerdì 30 settembre 2011

Gioiese alla ricerca della prima vittoria in trasferta in quel di Siderno

Ds Panuccio N. Gioiese
Saffioti rimanda ancora il suo gol numero duecento in carriera. Lo scorso anno ne ha realizzati sette sui  trentasei totali della compagine. Il centonovantanovesimo dei suoi è stato molto apprezzato, avendo regalato la vittoria al Roccella completando il ribaltone sul Castrovillari, alla seconda di campionato. In questi giorni magari starà pensando di completare l’opera a Chiaravalle, campo da cui sarà già passato e sul quale vi ritorna per fronteggiare il Soverato. E’ questo il primo vero big match per la compagnia di Figliomeni, il tecnico che ha la critica sempre dietro l’angolo e solo perché “abita” in casa Giannitti. Tempo al tempo dicono gli addetti ai lavori, perché rispetto alla scorsa stagione questo Roccella gusta il sapore dello spettacolo. Sarà tale tra due settimane, in diretta su Telespazio e Telemia nell’anticipo al sabato contro il Rende. In realtà i tifosi sperano che sia spettacolo già domenica ma, soprattutto, vorrebbero scoprire che il Soverato non si annovera tra le concorrenti. E’ reduce dalla sconfitta maturata ad Isola Capo Rizzuto, ha quattro punti e un risultato per ogni soluzione. Nel suo momentaneo campo però la squadra di Salerno ha solo risultati positivi, con una vittoria, quattro reti all’attivo e nessuna subita. Senza dimenticare che, vuoi o non vuoi, quel Biancone fa parlare di sé. La Bovalinese del cuore invece rimane quanto mai con i piedi per terra. Una vittoria non cambia la rotta ma rischiara il sentiero, vedendo nella Palmese tanto ma non troppo per rinunciare a provarci. Ritrovato Gianluca Bottiglieri si attende il pieno recupero di Gigi Iervasi e più in là, chi lo sa, potrebbe arrivare un colpetto di mercato a fare da scossa di assestamento. Nel frattempo, e anche dopo, c’è un Grillo tutta energia a rilanciare l’amaranto economico. Le prove di Brancaleone e Siderno saranno diverse ma ugualmente difficili. Contro i brandini ci sarà un San Marco galvanizzato dall’altalena di Roccella e dai sei punti all’attivo. E’ anche vero che questa è una squadra che subisce più di quanto segni ma che in casa ha la porta inviolata. A Siderno arriverà la Gioiese di Nocera: viva, ricca e matura ma con una sola vittoria e alla ricerca della prima in trasferta. In promozione è più toto allenatore per il Gioiosa che toto risultati per la quarta giornata. Con mister Logozzo obbligato alla convalescenza sembra più possibile un cambio panchina con Silvano in arrivo che un “diamoci tempo” con il binomio Quattrone - Ierinò. Intanto il Gioiosa proverà a giocare a memoria, tenendo presente che quello con il San Luca è un doppio derby visto che in panchina c’è Loccisano. Il trainer gioiosano farà altrettanto, con pochi numeri a favore ma con la consapevolezza che il Catona lo ha battuto segnando solo al 39’ del secondo tempo. La trasferta più difficile si preannuncia quella del Marina di Gioiosa a Catona. Alla quarta giornata intanto si registrano quattro anticipi, da Bocale a Rizziconi e Pro Catanzaro. In prima categoria si preparano due derby, uno a Benestare contro il Locri e uno a Bianco contro il Mammola.   

martedì 27 settembre 2011

Le condizioni metereologiche prevalgono sulla domenica calcistica


Mr Rocco Loccisano
San Luca
 Durante la terza giornata dei campionati di eccellenza e promozione, la seconda per la prima categoria, ha vinto il fattore metereologico. Sono state cinque le gare non giunte al 90'. Numericamente ne ha risentito solo il girone B di promozione, il quale ha visto scemare la corsa a rete e ha annotato solo undici sigle, ovvero una delle peggiori somme domenicali degli ultimi tempi. Il computo non ha intaccato lo spettacolo visto che da Catanzaro Lido a Marina di Gioiosa il pubblico è stato stuzzicato dal sapore di derby alla lotta sino all'ultima palla. Sì perchè il Marina di Gioiosa non vince ma pareggia, per la terza volta, equilibrando il risultato che la Mamer voleva conservare a proprio favore. Così Caridi si ritrova con dei terribili ragazzi in vena di pazzie e acrobazie mentre tre gol fatti e tre subiti bastano a mantenere la centralità della classifica. Intanto quella giallorossa è l'unica locridea di promozione a non aver perso. Nel girone sono state sospese due gare, segnate sei reti in trasferta e conquistate due vittorie esterne. Il San Calogero si è imposto a Gallico e il Catona a San Luca. La squadra di Loccisano infatti ha dovuto subire la furia reggina balzata in testa alla classifica grazie alle uniche tre vittorie consecutive del torneo. Il San Calogero segna di più, sei reti, le stesse che ha subito il Gioiosa che invece subisce più di tutte tra i pali. Per la Locride d'eccellenza invece fa parlare di sè il Brancaleone: imbattuto, senza reti al passivo e con il primo pareggio messo in cantiere. Non è stata esaltante la gara di domenica, almeno non quanto quella del Roccella che, alla fine, non ha potuto mantere in casa neanche un punto-premio per tutto il lavoro fatto nell'arco dei cinque gol che hanno animato la partita. La formazione di Tonino Figliomeni è comunque quella che, insieme a Moltato e Rossanese, si distingue per i sette gol siglati in tre uscite. Record al negativo per la Palmese, che con nove incassi risparmia la brutta figura alla Bovalinese (7). Gli amaranto invece annunciano l'ascesa, con Grillo che domenica si è ripetuto sotto porta ma questa volta lo sforzo è valso tre punti. Adesso non rimane che dare una scrollata al Siderno, chiuso nel silenzio stampa e nell'inibizione psicologica di una matricola che vuole darsi tempo. Il bisogno di risposte immediate fa l'effetto contrario e il team di Fiorenza stenta a sbloccarsi. La terapia d'urto proposta dal campionato d'eccellenza riguarda la Nuova Gioiese, prossima avversaria al Raciti. Nel massimo campionato regionale intanto sono state realizzate diciassette reti, di cui quattro in trasferta dove a vincere è stata solo una formazione, il San Marco. I due pareggi verificatisi non hanno incluso reti. Parte forte anche la prima categoria, con il girone C che si ferma in tre campi e quello D che sfoggia quindici reti. Nessun pareggio è stato registrato nella griglia che va da Villa a Santa Cristina mentre in trasferta vengono segnati quattro gol ma vince solo il Bianco. Benestarnatilese e Nuova Deliese si danno battaglia a distanza, a suon di numeri e vittorie. Sono imbattute, segnano ma si scoprono spesso. Hanno la mentalità da categoria superiore e cercano di lanciare messaggi d'avviso anche se siamo soltanto all'inizio. Il Locri vince e non perde il ritmo, l'Antonimina si sente beffata da un gol della domenica e Mammola festeggia la sua prima vittoria. E' un torneo ad armi pari ma con troppa difficoltà a sferrarle al momento giusto, infatti l'Africo continua a rimetterci.          

martedì 13 settembre 2011

Di Maggio segna e ringrazia le invenzioni di Pascu

Diciassette vittorie casalinghe nelle prime tre categorie regionali, successo esterno solo per Montalto e Catona, cinque pareggi di cui quattro a reti inviolate e sessantasei gol. E’ questo il bottino della prima giornata dei campionati d’eccellenza e promozione. Delle formazioni che hanno fatto il salto di categoria non hanno perso Brancaleone, Pro e Real Catanzaro, Rocca e Roggiano. Dunque la squadra di Rocco Brando ha fatto centro al primo colpo, inflitto allo Scalea solo al 26’ del secondo tempo. Da casa Galletta sono partiti messaggi all’indirizzo delle dirette concorrenti del territorio. Il Brancaleone non si sente a disagio e si concede anche il lusso di sfumare un gol dal dischetto. La giornata lo ha permesso visto che la stessa cosa è successa a Roccella ma sullo 0-0. La Bovalinese ha segnato per prima, nella gara al Cartisano, finendo per perdere la partita con due gol di scarto. Il Roccella ci ha messo solo 8’ prima di sbloccare il risultato ma il più veloce a segnare è stato il San Lucido, nel girone A di promozione, dopo 5’. Il Siderno si ferma davanti alla furia Guardavalle, conscio però dei problemi del reparto offensivo e di giornata. Il presidente Raffaele Salerno non cambia opinione e annuncia sempre un Siderno protagonista di un torneo ancora tutto da vivere. “Poteva andare decisamente in un altro modo” sono invece le parole di Silvio Frascà. L’allenatore della Bovalinese aveva preparato la gara in un determinato modo, lo stesso che stava prevalendo durante la prima frazione. Poi, secondo il trainer, la direzione arbitrale ha condizionato l’andamento dei giochi. Il tecnico più soddisfatto è risultato Tonino Figliomeni, re della Locride di giornata insieme al bomber Di Maggio, assistito alla perfezione da un Pascu che ha trovato il suo gemello d’azione. La famosa squadra operaia ha iniziato a dare frutti. In promozione San Luca e Gioiosa J. perdono ma non stanno solo a guardare, segnando almeno una rete. Il M.Gioiosa non va in gol ma non si fa neppure violare la rete, peraltro quella casalinga.   

venerdì 9 settembre 2011

Campionati al via, da domenica si fà sul serio

Basta un fischio e tutto tornerà come prima, tutti torneranno a correre sui campi. Per domenica la partenza è prevista per l’eccellenza e  la promozione, da Bocale a Scalea e da Oppido a Roccella. Orario estivo, caldo ancora eccessivo, gambe appesantite ma non per tutti e qualche organico da definire con recuperi o ritorni. Alle prime battute non viene certo da pensare a quale esito porterà il torneo 2011-’12 ma avrà ancora più valore quanto sarà messo in cascina di volta in volta. Aver mutato alcune regole dovrebbe sfavorire lo spreco dei punti, limitare il prematuro scambio di favori, con la classifica avulsa che avrà un ruolo fondamentale per i titoli di coda vista l’eliminazione dello spareggio per il quintultimo posto. In tempo di play, poi, si deciderà con gara unica e sul terreno della migliore classificata. Gli off, come gli out, terranno conto dello scarto dei dieci punti. Dopo il Siderno - Guardavalle di Coppa ecco subito la replica, in eccellenza, per la prima uscita di campionato a terreni invertiti. Sarà l’atto decisivo per capire se il già chiacchierato Fiorenza si sia già ambientato nella categoria e se Galati abbia assestato tutte le scosse di mercato. Bovalinese e Brancaleone partono supportati dal tifo locale, affronteranno rispettivamente Montalto e Scalea mentre il neo derby è rimandato alla dodicesima giornata. Gioca sul proprio manto anche il Roccella, prima formazione a svelare il tabù Palmese dopo le novità societarie e la ripartenza sull’onda del mercato. La promozione spacca in due il popolo sportivo. Da una parte c’è chi sostiene che il girone B non sia da sottovalutare perché equilibrato e da scoprire, con formazioni come Gioiosa e Pro Catanzaro che non faranno la comparsa da classica matricola. L’ultima è in mano ad Enzo Riitano, l’ex trainer del Guardavalle, ed è stata allestita per impensierire e non per rincorrere. Inizia il campionato in trasferta, davanti alla Cittanovese che D’Agostino ha forgiato per poi fare una degna figura in Coppa contro il Roccella. Nella competizione in questione non ha deluso neanche il Marina, che finisce la preparazione giusto in tempo per accogliere la Rizziconese che non è più di Cabrea. Il tecnico si è spostato a Taurianova dove esordirà fronteggiando la matricola di Rocco Logozzo, il Gioiosa. Sono poche le locridee e non si incontrano, infatti il San Luca inizia da Gallico e il locrese Esposito, ma con il suo Davoli, da Oppido. Per il derby più atteso bisognerà aspettare anche qui la dodicesima giornata e scoprire chi la spunterà tra M.Gioiosa e Gioiosa J., tra il giovane Caridi e il navigato Logozzo.    

mercoledì 7 settembre 2011

L' intervista a: Mr Cesare Prandelli

La terza tappa emiliana non poteva che essere Parma: la città che tanto è stata sulla bocca di tutti; spiata, perseguitata da dicerìe e pronostici. E’ quella dei nomi che ormai sappiamo a memoria e alla quale si collegano tante realtà della ridente cittadina. Già…ridente, colta, signorile città, una delle più belle finestre sull’Emilia Romagna e sull’Italia; una delle immagini più rappresentative del nostro calcio. La città di Parma è storia, dentro e fuori dal recinto di Collecchio. Qui si respira un’aria viva, come quella della squadra che Cesare Prandelli definisce tale e tonica, volta ad inseguire quel successo interno che da tanto manca al Tardini.
Anche al mister gialloblu sono state sottoposte le domande di rito sul rapporto con i direttori di gara ed anche lui tiene a sottolinearne la buona condizione, non solo in questa parte della stagione. “Ho sempre sostenuto quanto sia importante lasciare agli arbitri la serenità e la tranquillità di cui hanno bisogno per valutare. Giudico ottima la loro condizione atletica ma faccio un appunto sull’aspetto tecnico, in cui denoto poca collaborazione con l’assistente e il quarto uomo. Dovrebbero essere tutti più coinvolti, in modo tale che l’occhio dell’uno sostituisca quello dell’altro qualora se ne presentasse la necessità. Una partecipazione che riduca al minimo la diversità delle competenze. Dobbiamo migliorare l’aspetto tecnico degli assistenti arbitrali”. Idee ben chiare, quelle del mister, e non è l’unico caso. Segue confermando l’esistenza di una differenza di valutazione fra l’errore dell’arbitro  e quello del calciatore e suggerisce una prova: vietare ai tesserati e ai conduttori di trasmissioni televisive di commentare l’operato arbitrale. Un divieto semestrale che permetterebbe di stemperare gli animi e restituirebbe serenità a chi viene costantemente messo sotto i riflettori del giudizio. “A questo si aggiunge quanto le influenze di calciatori e allenatori aumentino le difficoltà dell’arbitro. E’ un gioco psicologico! Bisogna  provare a non protestare. E’ la nostra cultura di fondo: evitare atteggiamenti plateali, contenersi e non alzare le braccia al cielo. L’alternativa? Un’applicazione più ferrea delle regole, soprattutto quelle inerenti il rapporto diretto e verbale tra arbitri e calciatori”.
Cesare Prandelli continua, fino a provare a stabilire in che misura l’evoluzione del calcio giocato abbia creato difficoltà alle giacchette nere. Secondo il mister è accaduto nel modo che ci rivela la realtà agonistica, fatta di ritmi alti e conseguenti valutazioni maturate su centimetri  e non su metri. La difficoltà maggiore di quest’anno è individuata nella non nuovissima regola del fuorigioco di rientro. “Ha creato problemi anche a noi quali allenatori e giocatori, non solo a chi deve applicarle-afferma-. Credo altresì che novità su novità tendano ad impoverire il gioco, rendendolo meno naurale. Intanto cambierei una sola regola: la rimessa laterale. Se questa avvenisse con i piedi, la peculiarità dell’assenza di fuorigioco creerebbe più spettacolo”.
In quanto a collaborazione, ad esempio, l’arbitro riceve il giusto supporto dagli addetti allo spettacolo domenicale? Secondo Prandelli no! Per favorire tale complicità l’arbitro dovrebbe dialogare di più con i giocatori, allo stesso modo in cui dovrebbe fare una cernita tra le proteste e gestirle diversamente.
Non è d’accordo, però, sull’ipotesi di incontri periodici di preparazione tra l’Aia e le società. “Nelle iniziative d questo tipo non si affrontano, a parere mio, temi del calcio attuale. Sono circostanze in cui si tende a portare esempi personali  per cercare di chiarire vecchie incomprensioni sollevandone nuove. Mi piacerebbe ci fossero più filmati europei sui casi di fuorigioco: sarebbero molto utili! In altre circostanze eliminerei tutto ciò che è moviola. Quando la partita finisce si da inizio ad un nuovo ciclo. I filmati sono espedienti che possono darti più o meno ragione ma falsano in misura elevata ciò che abbiamo vissuto perché privi della potenza con cui si materializzano i contatti”.
Più breve ma deciso è stato negli ultimi quesiti in cui, Cesare Prandelli, ha elogiato l’esperienza quale strumento di gestione del regolamento e ha nuovamente sottolineato il parere personale, negativo, sulla moviola.
Partendo dal raffronto arbitrale con i colleghi stranieri ha precisato il loro “concetto diverso di gestione della gara. I fischietti d’oltralpe fanno giocare di più ma sono meno bravi tecnicamente e la loro preparazione atletica è inferiore a quella degli italiani. In quanto al gioco sono i calciatori ad adattarsi alla loro linea di conduzione della partita. In generale, invece, esisterà sempre  un condizionamento psicologico di fondo da parte della categoria, relativo al contesto, alla squadra, al blasone…alla personalità! Ragion per cui bisognerebbe adottare una metodologia più mirata, che sia meno fondata sulla discrezionalità. Per quanto non ami gli strumenti di supporto ritengo fattibili dei sensori da installare in riferimento alla linea di porta…ma per altro non illudiamoci: l’arbitro ideale non può esistere! Ci sono arbitri che peccano di qualità tecnica ma compensano con il buon senso”.

Intervista pubblicata sul periodico L' Arbitro

lunedì 5 settembre 2011

L' intervista a: Mr Alberto Malesani

Alla vigilia dell’incontro che ha generato l’esonero del tecnico, qualche giorno prima del match con la Reggina di Camolese, la meta è stata Modena. Nel periodo più intenso del cosiddetto “patto d’acciaio” ai fini della salvezza, in una città in cui la gente ha capito che bisogna lottare sino alla fine, abbiamo incontrato Alberto Malesani, il fautore di queste ed altre belle parole. Prime fra tutte quelle con cui elogia i tifosi modenesi, sempre più numerosi, tanto da essere lezione per le città più grandi, tanto da capire che anche le vittorie non devono cullare perché “non è mai finita e bisogna essere forti dentro, sempre!”. E’ questo lo spirito di società, staf, tifosi…è questo lo spirito del patto!
Ecco come giudica la condizione fisica dei fischietti e il rapporto con loro in questa prima fase della stagione. “Sotto l’aspetto della preparazione atletica, che a mio avviso risulta più scientifica e arricchita dai consueti raduni, ritengo che la categoria sia migliorata molto. Noto grandi progressi in merito e me ne avvedo proprio sul campo. In passato l’arbitro era più lontano dal punto in cui si svolgeva l’azione, quindi direi che oggi è molto bravo in merito. Per questo anticipo già che l’evoluzione tattica,tecnica ed agonistica del calcio ha reso solo in piccolissima parte più difficile il compito del direttore di gara. Questo semplicemente perché la sua crecita agonistica è stata direttamente proporzionale alle novità tecnico tattiche.
Ho sempre avuto un buon rapporto con i direttori di gara e tale voglio che rimanga. E’ successo, ed è dipeso dal momento,che abbia perso l’equilibrio con qualche atteggiamento eccessivo. L’importante è appianare immediatamente l’inconveniente. D'altronde sostengo la teoria del dialogo, soprattutto nel dopo gara, quando ho avuto modo di trovare disponibilità e cortesia da parte di arbitri e assistenti.
L’errore arbitrale è, purtroppo, ingigantito perché il suo ruolo è di prim’ordine rispetto a quello del calciatore, ovvero è il giudicante per eccellenza della gara. Il giocatore, dal canto suo, è giudicato”. Su un altro aspetto, cioè quello della valutazione di un episodio, percepita in maniera differente dai due protagonisti, mister Malesani fa riferimento all’egoismo personale per il quale ognuno tende a difendere il proprio comportamento. “L’arbitro, in ogni modo, è un super partes e non mi dispiacerebbe se avesse la facoltà, nell’incertezza, di tornare sui propri passi in caso di errore”.
Per quanto concerne le proteste Alberto Malesani è d’accordo: meno se ne fanno in campo e meno ne è influenzato il pubblico. In riguardo al comportamento di quest’ultimo sottolinea anche come esso sia sensibile soprattutto ai pareri della stampa, che esercita molto più potere del contesto agonistico della domenica pomeriggio. Altresì voterebbe per la realizzazione di incontri periodici di preparazione fra arbitri e calciatori. Un’iniziativa che non risulterebbe, a suo avviso, controproducente, considerando dell’uomo l’onesta e la lealtà. “Prenderei in considerazione anche l’utilizzo immediato di strumenti come la moviola in campo. Perché l’arbitro non possa avvalersi di questo mezzo, così come altri lo usano per contestare il suo operato? La televisione, infatti, modifica in qualche modo il parere creato in tempo reale, ad una velocità tale da giudicare in tempi frazionati. D'altronde credo che essa, in linea di massima, dia più ragione all’arbitro. La mia proposta è quella dell’adozione di tale supporto visivo da utilizzare solo in casi eclatanti di incertezza, ed a sua discrezione. Sarebbe utile averla in aiuto ai dubbi sul goal o non goal e su molte mansioni potrebbe coinvolgere il quarto uomo. Il tempo impiegato verrebbe cumulato al recupero finale”.
Il confronto tra i nostri fischietti e quelli stranieri non ha riscosso molto successo con il mister, il quale ha subito precisato: “Chi conosce tutti gli arbitri stranieri tanto da essere in grado di formulare un riscontro? So che mediamente gli arbitri italiani sono bravi…e ho avuto una buona impressione di quelli incontrati durante le coppe europee (che sono poi i più bravi tra gli stranieri)”. Sul finale Alberto Malesani ci lascia un consiglio e una constatazione. Non rileva veri e propri aspetti negativi dell’arbitraggio, eliminerebbe solo la discrezionalità per un’applicazione ferrea e testuale del regolamento; fermo restando che l’esperienza è la miglior arma per una buona valutazione.
L’arbitro ideale, lo sappiamo, non esiste…o almeno fintanto che sarà umano. “E’ ideale l’arbitro che sbaglia meno!” .

Intervista pubblicata sul periodico L' Arbitro

venerdì 2 settembre 2011

L' intervista a: Mr Carletto Mazzone

1) Come considera gli arbitri italiani sotto l'aspetto della preparazione
tecnica e
atletica?
2) In questa prima fase della stagione come giudica il rapporto con gli
arbitri?
3) Condivide la differenza di valutazione fra un errore dell'arbitro e
quello di un
calciatore?
4) Non ritiene che le proteste sia dei calciatori che degli allenatori
aumentino le
difficoltà dell'arbitro e influenzino il comportamento del pubblico?
5) In che misura l'evoluzione tattica,tecnica e agonistica del calcio ha
reso più
difficile il compito dell'arbitro?
6) Ritiene che l'arbitro riceva in campo la massima collaborazione da
parte di calciatori e
allenatori?
7) Sarebbe possibile un comune incontro periodico di preparazione-pratica
e teorica-fra
arbitri e calciatori?
8) Dopo aver giudicato l'arbitro sul campo,fino a che punto si lascia poi
influenzare dalla
televisione?
9) Che differenza ha trovato fra gli arbitri italiani e quelli stranieri?
10) Quali sono gli aspetti negativi dell'arbitraggio e in che modo pensa
che possano essere
corretti?
11) Si parla spesso di moviola in campo,di ricorso alla TV per
fuorigioco,simulazione ed
ogni altra fonte di errore e di contestazione,nonchè di accorgimenti
per eliminare dubbi
sul pallone al di qua o al di là della linea di porta:qual è il suo
pensiero al riguardo?
12) Secondo la sua esperienza può esistere un arbitro ideale e come
dovrebbe essere?

"Carletto Mazzone,l'uomo-allenatore che non si espone se non nelle
interviste del dopo partita.Carletto sbuffa e urla,si arrabbia e la sua
pressione sale ai limiti...ma lui non fa presenza in tv,non polemizza a
lungo e non telefona per intervenire".Così Sandro Piccinini descrive
velocemente l'allenatore del Bologna nell'anticipare un intervento
straordinario in tv,nella trasmissione "Controcampo".Carlo Mazzone,l'ormai
Carletto nazionale che sta all'espulsione come il rigore alla partita(cioè
ogni tanto e quando serve!),non è facile all'ira,è solo così come lo si
vede:genuino e in buona fede.In quell'intervento aveva dichiarato:"Sul piano
umano l'arbitro dev'essere una persona sensibile,capace di conoscere i
problemi degli addetti ai lavori".Una risposta un po' imprecisa,"aperta"
ma,in realtà,il mister ha un'opinione ben chiara dei direttori di gara.
Il giudizio di Carlo Mazzone nei confronti degli arbitri italiani è
altamente positivo,tant'è vero che li considera i migliori del
mondo:"...Perchè arbitrare in Italia non è come farlo negli altri
Paesi!",esclama.Riconosce anche che "Bene che fa...fa male!E' la strategia
di pensiero vigente che,alla fine dei giochi,lo fa apparire sempre in
torto.E' questa che non mi piace:pensare che l'errore arbitrale sia frutto
di una malafede è un concetto penalizzante ma esistente.Per tutta la
settimana,infatti,circolano forme di condizionamento,come la stessa
moviola,tali da rendere la domenica un giorno poco felice.Il mio
pensiero,invece,è semplice:esistono arbitri bravi e altri meno bravi,di
quelli in forma e di quelli meno in forma.L'arbitro bravo poi,non è quello
che non sbaglia mai bensì colui che sbaglia meno".Nel suo caso si tratta di
partite quasi sempre cariche di tensione perchè decisive o dell'ultima
spiaggia,per cui riconosce di aver spesso subito le conseguenze di tale
clima.
Rifacendoci ai quesiti posti,la prima fase del campionato ha lasciato
soddisfatto Carlo Mazzone in merito al rapporto con i direttori di
gara.Racconta l'incidente di percorso parmense e mostra qualche
perplessità,tutt'ora,nell'accettare il provvedimento di allontanarlo dalla
panchina per una battuta,dice,anche simpatica."Quando sbaglio...lo
merito!Non ho mai beneficiato di vantaggi.Non ne ho mai voluti,non ne ho mai
chiesti...e poi perchè chiederli?Io credo nella lealtà e nella correttezza
della gente!".
In merito agli errori dell'arbitro e alla differenza di valutazione fra
questo e i giocatori,il mister esordisce:"Arbitrare è il mestiere domenicale
più difficile,spesso risulta impossibile.Si tratta di prendere delle
decisioni in una frazione di secondo,per azioni avvenute in spazi ridotti,e
predico sempre ai miei ragazzi di non fissarsi sull'operato momentaneo del
giudice,perchè gli eventuali errori non diventino un alibi".Quello che
Mazzone ha notato e che a suo avviso costituisce un campanello d'allarme
riguarda alcune evoluzioni,non tecniche ma comportamentali,nel rapporto
istituito sul terreno di gioco."Condanno tutti quei <<capannelli>> fatti
attorno all'arbitro e gli atteggiamenti che ultimamente vengono lasciati
passare.Un tempo non era così!Sarà necessario che i direttori di gara
tornino ad essere più rigidi e che noi insegnamo ai giocatori a stargli a
debita distanza e protestare meno".
Così conviene anche con un altro quesito,cioè che calciatori ed allenatori
contribuiscono ad alimentare le difficoltà mediatiche degli uomini dell'Aia
proprio con il loro comportamento."Gli allenatori,tutto sommato, non vanno
oltre...ma non giustifico il nostro comportamento".Così come non difende la
propria categoria,asserisce sul detto che l'arbitro non riceva in campo la
massima collaborazione da parte loro e dei rispettivi calciatori..."ma
l'errore fa parte del gioco!L'inconveniente è ridimensionabile con un
maggior buon senso.Certo l'evoluzione tattica,tecnica ed agonistica del
calcio ha reso più difficile il compito dell'arbitro,in misura evidente.La
velocità di gioco,il lancio lungo,le nuove regole,soprattutto sul
fuorigioco,creano grossi problemi.Penso che nel tempo un solo arbitro non
sarà più sufficiente".
Il mister non sarebbe d'accordo su eventuali incontri periodici di
preparazione,pratica e teorica,fra arbitri e calciatori.Detta così e
considerata di primo acchito non lo convince,anzi lo fa pensare ad un
ulteriore alibi per alimentare false teorie di sospetto.
E sull'influenza della televisione,che ne pensa?Carletto Mazzone,dopo aver
giudicato l'arbitro in campo,non è che muti il suo pensiero in base a cosa
dicano gli altri,quanto "la tv presenti invece ciò che è sfuggito in tempo
reale".
Il discorso,infine,non poteva tralasciare punti ormai saturi di
interrogatori e pareri,come la differenza con gli arbitri stranieri e la
moviola.I colleghi stranieri,per dirla alla Mazzone,"sono un disastro.Sul
piano atletico poi,anche se non tutti,sono impresentabili.A confermare le
mie teorie sui migliori c'è che Pierluigi Collina è il numero uno nel
mondo.Gli aspetti negativi dell'arbitraggio di casa nostra si possono
ricondurre solo a quello che dicevo poc'anzi,cioè l'eccessivo dialogo
esistente che non vorrei venisse frainteso e producesse troppe licenze.La
gravità,infatti,sta nell'approfittarcene.Dieci o vent'anni fa erano
impensabili atteggiamenti odierni.In merito si è pensato ad una moviola
anche in campo,così da rilevare immediatamente l'eventuale
errore.Beh,organizzata nel giusto modo potrebbe anche risultare importante
ma la sua buona funzionalità mi lascia perplesso.Daltronde oggi l'arbitro
non è più un assolutista,dialoga con i suoi assistenti ed il miglioramento è
evidente.Forse potrebbe contribuire allo spettacolo l'istallazione di
sensori acustici in riferimento alla linea di porta".
Chiaro e sincero Carlo Mazzone,senza dubbi o giri di parole.Le sue risposte
sono il miglior successo che ci si potesse aspettare per far chiarezza su un
rapporto forse messo esasperatamente in discussione.Ma come dovrebbe essere
per il mister l'arbitro ideale?"Non può esistere perchè non è concepibile un
essere umano che non sbagli mai.L'errore non è bello anzi,per noi può essere
sinonimo di esonero;però fa parte del gioco.L'allenatore sbaglia la
formazione,il giocatore il gol...e vince chi sbaglia meno!".

Intervista pubblicata sul periodico L' Arbitro