lunedì 5 settembre 2011

L' intervista a: Mr Alberto Malesani

Alla vigilia dell’incontro che ha generato l’esonero del tecnico, qualche giorno prima del match con la Reggina di Camolese, la meta è stata Modena. Nel periodo più intenso del cosiddetto “patto d’acciaio” ai fini della salvezza, in una città in cui la gente ha capito che bisogna lottare sino alla fine, abbiamo incontrato Alberto Malesani, il fautore di queste ed altre belle parole. Prime fra tutte quelle con cui elogia i tifosi modenesi, sempre più numerosi, tanto da essere lezione per le città più grandi, tanto da capire che anche le vittorie non devono cullare perché “non è mai finita e bisogna essere forti dentro, sempre!”. E’ questo lo spirito di società, staf, tifosi…è questo lo spirito del patto!
Ecco come giudica la condizione fisica dei fischietti e il rapporto con loro in questa prima fase della stagione. “Sotto l’aspetto della preparazione atletica, che a mio avviso risulta più scientifica e arricchita dai consueti raduni, ritengo che la categoria sia migliorata molto. Noto grandi progressi in merito e me ne avvedo proprio sul campo. In passato l’arbitro era più lontano dal punto in cui si svolgeva l’azione, quindi direi che oggi è molto bravo in merito. Per questo anticipo già che l’evoluzione tattica,tecnica ed agonistica del calcio ha reso solo in piccolissima parte più difficile il compito del direttore di gara. Questo semplicemente perché la sua crecita agonistica è stata direttamente proporzionale alle novità tecnico tattiche.
Ho sempre avuto un buon rapporto con i direttori di gara e tale voglio che rimanga. E’ successo, ed è dipeso dal momento,che abbia perso l’equilibrio con qualche atteggiamento eccessivo. L’importante è appianare immediatamente l’inconveniente. D'altronde sostengo la teoria del dialogo, soprattutto nel dopo gara, quando ho avuto modo di trovare disponibilità e cortesia da parte di arbitri e assistenti.
L’errore arbitrale è, purtroppo, ingigantito perché il suo ruolo è di prim’ordine rispetto a quello del calciatore, ovvero è il giudicante per eccellenza della gara. Il giocatore, dal canto suo, è giudicato”. Su un altro aspetto, cioè quello della valutazione di un episodio, percepita in maniera differente dai due protagonisti, mister Malesani fa riferimento all’egoismo personale per il quale ognuno tende a difendere il proprio comportamento. “L’arbitro, in ogni modo, è un super partes e non mi dispiacerebbe se avesse la facoltà, nell’incertezza, di tornare sui propri passi in caso di errore”.
Per quanto concerne le proteste Alberto Malesani è d’accordo: meno se ne fanno in campo e meno ne è influenzato il pubblico. In riguardo al comportamento di quest’ultimo sottolinea anche come esso sia sensibile soprattutto ai pareri della stampa, che esercita molto più potere del contesto agonistico della domenica pomeriggio. Altresì voterebbe per la realizzazione di incontri periodici di preparazione fra arbitri e calciatori. Un’iniziativa che non risulterebbe, a suo avviso, controproducente, considerando dell’uomo l’onesta e la lealtà. “Prenderei in considerazione anche l’utilizzo immediato di strumenti come la moviola in campo. Perché l’arbitro non possa avvalersi di questo mezzo, così come altri lo usano per contestare il suo operato? La televisione, infatti, modifica in qualche modo il parere creato in tempo reale, ad una velocità tale da giudicare in tempi frazionati. D'altronde credo che essa, in linea di massima, dia più ragione all’arbitro. La mia proposta è quella dell’adozione di tale supporto visivo da utilizzare solo in casi eclatanti di incertezza, ed a sua discrezione. Sarebbe utile averla in aiuto ai dubbi sul goal o non goal e su molte mansioni potrebbe coinvolgere il quarto uomo. Il tempo impiegato verrebbe cumulato al recupero finale”.
Il confronto tra i nostri fischietti e quelli stranieri non ha riscosso molto successo con il mister, il quale ha subito precisato: “Chi conosce tutti gli arbitri stranieri tanto da essere in grado di formulare un riscontro? So che mediamente gli arbitri italiani sono bravi…e ho avuto una buona impressione di quelli incontrati durante le coppe europee (che sono poi i più bravi tra gli stranieri)”. Sul finale Alberto Malesani ci lascia un consiglio e una constatazione. Non rileva veri e propri aspetti negativi dell’arbitraggio, eliminerebbe solo la discrezionalità per un’applicazione ferrea e testuale del regolamento; fermo restando che l’esperienza è la miglior arma per una buona valutazione.
L’arbitro ideale, lo sappiamo, non esiste…o almeno fintanto che sarà umano. “E’ ideale l’arbitro che sbaglia meno!” .

Intervista pubblicata sul periodico L' Arbitro