venerdì 2 settembre 2011

L' intervista a: Mr Carletto Mazzone

1) Come considera gli arbitri italiani sotto l'aspetto della preparazione
tecnica e
atletica?
2) In questa prima fase della stagione come giudica il rapporto con gli
arbitri?
3) Condivide la differenza di valutazione fra un errore dell'arbitro e
quello di un
calciatore?
4) Non ritiene che le proteste sia dei calciatori che degli allenatori
aumentino le
difficoltà dell'arbitro e influenzino il comportamento del pubblico?
5) In che misura l'evoluzione tattica,tecnica e agonistica del calcio ha
reso più
difficile il compito dell'arbitro?
6) Ritiene che l'arbitro riceva in campo la massima collaborazione da
parte di calciatori e
allenatori?
7) Sarebbe possibile un comune incontro periodico di preparazione-pratica
e teorica-fra
arbitri e calciatori?
8) Dopo aver giudicato l'arbitro sul campo,fino a che punto si lascia poi
influenzare dalla
televisione?
9) Che differenza ha trovato fra gli arbitri italiani e quelli stranieri?
10) Quali sono gli aspetti negativi dell'arbitraggio e in che modo pensa
che possano essere
corretti?
11) Si parla spesso di moviola in campo,di ricorso alla TV per
fuorigioco,simulazione ed
ogni altra fonte di errore e di contestazione,nonchè di accorgimenti
per eliminare dubbi
sul pallone al di qua o al di là della linea di porta:qual è il suo
pensiero al riguardo?
12) Secondo la sua esperienza può esistere un arbitro ideale e come
dovrebbe essere?

"Carletto Mazzone,l'uomo-allenatore che non si espone se non nelle
interviste del dopo partita.Carletto sbuffa e urla,si arrabbia e la sua
pressione sale ai limiti...ma lui non fa presenza in tv,non polemizza a
lungo e non telefona per intervenire".Così Sandro Piccinini descrive
velocemente l'allenatore del Bologna nell'anticipare un intervento
straordinario in tv,nella trasmissione "Controcampo".Carlo Mazzone,l'ormai
Carletto nazionale che sta all'espulsione come il rigore alla partita(cioè
ogni tanto e quando serve!),non è facile all'ira,è solo così come lo si
vede:genuino e in buona fede.In quell'intervento aveva dichiarato:"Sul piano
umano l'arbitro dev'essere una persona sensibile,capace di conoscere i
problemi degli addetti ai lavori".Una risposta un po' imprecisa,"aperta"
ma,in realtà,il mister ha un'opinione ben chiara dei direttori di gara.
Il giudizio di Carlo Mazzone nei confronti degli arbitri italiani è
altamente positivo,tant'è vero che li considera i migliori del
mondo:"...Perchè arbitrare in Italia non è come farlo negli altri
Paesi!",esclama.Riconosce anche che "Bene che fa...fa male!E' la strategia
di pensiero vigente che,alla fine dei giochi,lo fa apparire sempre in
torto.E' questa che non mi piace:pensare che l'errore arbitrale sia frutto
di una malafede è un concetto penalizzante ma esistente.Per tutta la
settimana,infatti,circolano forme di condizionamento,come la stessa
moviola,tali da rendere la domenica un giorno poco felice.Il mio
pensiero,invece,è semplice:esistono arbitri bravi e altri meno bravi,di
quelli in forma e di quelli meno in forma.L'arbitro bravo poi,non è quello
che non sbaglia mai bensì colui che sbaglia meno".Nel suo caso si tratta di
partite quasi sempre cariche di tensione perchè decisive o dell'ultima
spiaggia,per cui riconosce di aver spesso subito le conseguenze di tale
clima.
Rifacendoci ai quesiti posti,la prima fase del campionato ha lasciato
soddisfatto Carlo Mazzone in merito al rapporto con i direttori di
gara.Racconta l'incidente di percorso parmense e mostra qualche
perplessità,tutt'ora,nell'accettare il provvedimento di allontanarlo dalla
panchina per una battuta,dice,anche simpatica."Quando sbaglio...lo
merito!Non ho mai beneficiato di vantaggi.Non ne ho mai voluti,non ne ho mai
chiesti...e poi perchè chiederli?Io credo nella lealtà e nella correttezza
della gente!".
In merito agli errori dell'arbitro e alla differenza di valutazione fra
questo e i giocatori,il mister esordisce:"Arbitrare è il mestiere domenicale
più difficile,spesso risulta impossibile.Si tratta di prendere delle
decisioni in una frazione di secondo,per azioni avvenute in spazi ridotti,e
predico sempre ai miei ragazzi di non fissarsi sull'operato momentaneo del
giudice,perchè gli eventuali errori non diventino un alibi".Quello che
Mazzone ha notato e che a suo avviso costituisce un campanello d'allarme
riguarda alcune evoluzioni,non tecniche ma comportamentali,nel rapporto
istituito sul terreno di gioco."Condanno tutti quei <<capannelli>> fatti
attorno all'arbitro e gli atteggiamenti che ultimamente vengono lasciati
passare.Un tempo non era così!Sarà necessario che i direttori di gara
tornino ad essere più rigidi e che noi insegnamo ai giocatori a stargli a
debita distanza e protestare meno".
Così conviene anche con un altro quesito,cioè che calciatori ed allenatori
contribuiscono ad alimentare le difficoltà mediatiche degli uomini dell'Aia
proprio con il loro comportamento."Gli allenatori,tutto sommato, non vanno
oltre...ma non giustifico il nostro comportamento".Così come non difende la
propria categoria,asserisce sul detto che l'arbitro non riceva in campo la
massima collaborazione da parte loro e dei rispettivi calciatori..."ma
l'errore fa parte del gioco!L'inconveniente è ridimensionabile con un
maggior buon senso.Certo l'evoluzione tattica,tecnica ed agonistica del
calcio ha reso più difficile il compito dell'arbitro,in misura evidente.La
velocità di gioco,il lancio lungo,le nuove regole,soprattutto sul
fuorigioco,creano grossi problemi.Penso che nel tempo un solo arbitro non
sarà più sufficiente".
Il mister non sarebbe d'accordo su eventuali incontri periodici di
preparazione,pratica e teorica,fra arbitri e calciatori.Detta così e
considerata di primo acchito non lo convince,anzi lo fa pensare ad un
ulteriore alibi per alimentare false teorie di sospetto.
E sull'influenza della televisione,che ne pensa?Carletto Mazzone,dopo aver
giudicato l'arbitro in campo,non è che muti il suo pensiero in base a cosa
dicano gli altri,quanto "la tv presenti invece ciò che è sfuggito in tempo
reale".
Il discorso,infine,non poteva tralasciare punti ormai saturi di
interrogatori e pareri,come la differenza con gli arbitri stranieri e la
moviola.I colleghi stranieri,per dirla alla Mazzone,"sono un disastro.Sul
piano atletico poi,anche se non tutti,sono impresentabili.A confermare le
mie teorie sui migliori c'è che Pierluigi Collina è il numero uno nel
mondo.Gli aspetti negativi dell'arbitraggio di casa nostra si possono
ricondurre solo a quello che dicevo poc'anzi,cioè l'eccessivo dialogo
esistente che non vorrei venisse frainteso e producesse troppe licenze.La
gravità,infatti,sta nell'approfittarcene.Dieci o vent'anni fa erano
impensabili atteggiamenti odierni.In merito si è pensato ad una moviola
anche in campo,così da rilevare immediatamente l'eventuale
errore.Beh,organizzata nel giusto modo potrebbe anche risultare importante
ma la sua buona funzionalità mi lascia perplesso.Daltronde oggi l'arbitro
non è più un assolutista,dialoga con i suoi assistenti ed il miglioramento è
evidente.Forse potrebbe contribuire allo spettacolo l'istallazione di
sensori acustici in riferimento alla linea di porta".
Chiaro e sincero Carlo Mazzone,senza dubbi o giri di parole.Le sue risposte
sono il miglior successo che ci si potesse aspettare per far chiarezza su un
rapporto forse messo esasperatamente in discussione.Ma come dovrebbe essere
per il mister l'arbitro ideale?"Non può esistere perchè non è concepibile un
essere umano che non sbagli mai.L'errore non è bello anzi,per noi può essere
sinonimo di esonero;però fa parte del gioco.L'allenatore sbaglia la
formazione,il giocatore il gol...e vince chi sbaglia meno!".

Intervista pubblicata sul periodico L' Arbitro