domenica 15 aprile 2012

Riflettiamo...

Doveva essere un fine settimana all'insegna dello sport, sopratutto quello calcistico pieno di puro agonismo, di squadre pronte a stappare il bottiglione dello spumante per festeggiare la vittoria dei vari campionati, invece siamo di nuovo qui a chiederci com'è possibile che succedano tragedie. La morte sul campo del giocatore bergamasco Piermario Morosini del Livorno è un nuovo capitolo triste del libro dedicato al nostro sport preferito. I vertici del calcio italiano hanno deciso di fermare in toto i campionati di calcio.
Non è il primo caso in Italia, visti i precedenti di Renato Curi e Giuliano Taccola, entrambi venticinquenni. Anche la nostra regione lo scorso mese di giugno è stata colpita dalla scomparsa prematura del giovanissimo giocatore Saverio Pennica, quindicenne, della squadra reggina dell' Armando Segato. Il giocatore stava disputando con la propria squadra una partita di un torneo giovanile nella cittadina lametina di Platania e dopo aver chiesto la sostituzione ha perso i sensi e si è accasciato a terra. Per il quindicenne subito portato al vicino ospedale di Lamezia Terme non c'è stato nulla da fare se non quella di accertare il decesso per arresto cardiocircolatorio. E' proprio questo il decesso più diffuso tra gli sportivi e non solo in Italia. I casi sono quotidianamente argomento di discussione, per prevenire  ma sopratutto per garantire, nelle varie strutture dove vengono praticati gli sport, almeno l'attività di primo soccorso. Sono in poche quelle attrezzate per prevenire ma sono già parecchie le iniziative che sostengono come anche un semplice defibrillatore basterebbe per salvare la vita ad un atleta, in questo caso colpito da un problema cardiaco.