E’ il classico, singolo caso. E’ il giocatore
“oltre” il pallone. Si nutre ma non vive di calcio…eppure: c’è bisogno di lui.
Se in squadra con lui non ci fosse già il medico Santino Logozzo, sarebbe
Daniele Fragomeni il “doctor” del calcio biancorosso. Laureato e sin da ragazzo
bravo a scuola, Daniele ha fatto del gioco del pallone una componente tra le
peculiarità della vita. Una crescita diligente e senza distrazioni ha creato in
lui attesa e desiderio di quella parte ludica che, incredibile a dirsi, sarebbe
stata espressione di altro suo talento. E’ l’attaccante del Gioiosa Jonica, sta
affrontando con grande maturità un’esperienza tutta nuova in un campionato più difficile
del solito. Se conquista o riceve palla ne sa fare buon uso perché ha una
capacità di gestione che lo rende protagonista. Fiuta la porta, sente il gol,
aspetta e accompagna le azioni degli altri, si muove apparentemente senza
riferimento ma finisce per arrivare dove è utile, dove il gioco lo richiede e
la palla rimbalza per necessità. Daniele Fragomeni ha gestito la sua carriera
senza smania e grosse ambizioni ma ha degli obbiettivi, o dei sogni, come
tutti. Uno è sicuramente quello di vestirsi d’amaranto, indossando la maglia
del Locri. Lo abbiamo definito come un caso atipico perché, malgrado gli
apprezzamenti ricevuti sin da ragazzino, ha sempre scelto di giocare con gli
amici e di non fare del calcio un impegno agonistico. Una volta diplomato si è
premiato partecipando ad un provino con il Siderno. Si trattava di una sorta di
stage della durata di un mese ma i biancazzurri finirono per trattenerlo dopo
solo quindici giorni. Un anno con l’under locale gli fruttò cinque reti e due
presenze in prima squadra, tanto da ottenerne la convocazione per la stagione
successiva. All’eccellenza Daniele scelse l’università, per laurearsi in
economia con il massimo dei voti e accettare, nel frattempo, solo il
corteggiamento dell’Antonimina. Da quel momento il calcio entrò davvero a far
parte della sua vita, dando inizio ad una danza di gol della durata di sette
anni e mezzo. Voleva giocare e lo ha dimostrato a suo tempo, scoccando per
settantotto volte dei tiri capaci di gonfiare la rete della prima categoria del
suo girone. Negli ultimi anni la sua riconferma nei piani alti della classifica
marcatori gli aveva garantito una nomea che incuriosiva tutti, con il tentativo
inutile di farlo finire anche sul mercato. Sia Daniele che l’Antonimina infatti
non ne avevano l’interesse, volenterosi di portare avanti questo rapporto
idilliaco. Davanti alle performance della stagione 2009-’10 fu più difficile
nascondere l’evidenza, perché Daniele segnò ventuno gol nell’arco di ventisei partite giocate,
risultando innegabile come tanta continuità meritasse qualche altro banco di
prova. Il vice capocannoniere della stagione condusse la sua squadra fino ai
play off con il San Luca che, visto l’epilogo, costarono a lui e alla compagine
una nuova stagione in prima categoria. Oggi la sua squadra è il Gioiosa ma la
sostanza di calciatore non è cambiata. Ha centrato otto volte la porta, ha
segnato in coppa e sta contribuendo alla risalita di cui i ragazzi di Silvano
avevano assoluto bisogno. Condivide lo spogliatoio con giocatori d’esperienza e
giovani di talento ma ad oggi può tranquillamente dire: io segno di più!